L'epoca d'oro dell'illusionismo , secondo me, è durante , cioè verso la fne del XVIII secolo e la prima parte del XIX secolo. È qui che il prestigiatore sdogana la parte di ciarlatanesimo che lo avvolgeva, in modo particolare attraverso personaggi come Cagliostro e si avvicina al dando al prestigiatore una nuova dimensione. Praticamente, attraverso l'avvento di una nuova prestigiazione che avvicina di più il prestigiatore a quello del maestro di physique amusante, che fnalmente il pubblico può percepire il prestigiatore in una dimensione completamente diversa e sarà proprio il teatro a regalare al prestigiatore questa dimensione. Lessi su un libro del 1821 che dice esattamente così: “E voi, pur gentilissimo amico, sapete quanto il signor Cardani – si parla di un prestigiatore – sia ben esercitato ed esperto nel produrre tutti quei prestigi, in modo particolare il gioco dei bossoli.” è proprio in quest'epoca che il prestigiatore, all'inizio dell'800, riesce a mostrare al pubblico il meglio del suo repertorio. È l'epoca, questa, nella quale personaggi come Jean Eugène Robert-Houdin e Antonio Pinetti, un altro italiano, regalano alla prestigiazione i giochi più belli. Fino ad arrivare a Bartolomeo Bosco, che innalzerà il gioco dei bussolotti ad un livello altissimo. L'epoca d'oro, però, della prestigiazione, avviene dal , quando fnalmente il prestigiatore è un artista da teatro e lì vengono mostrati i giochi più belli che poi sono quelli che entreranno nell'immaginario collettivo. Si arriverà poi alla nostra epoca, dove personaggi come , all'inizio del ventesimo secolo innalzeranno la magia a livelli altissimi. Fino ad arrivare ai tempi nostri: scopriremol e tanti altri. Bene, e non può essere ricondotto a un semplice “trucco”. Ricondurre il gioco di prestigio a un semplice trucco non è lecito e spesso e volentieri quando noi riveliamo il trucco, la reazione dello spettatore, del pubblico, è “tutto qui?” Perché quello che conta in un gioco di prestigio è soprattutto la . Ci sono diversi approcci che il prestigiatore può tenere nei confronti del pubblico, uno è quello di sfdarlo e questo è un atteggiamento che funziona ma non è un atteggiamento che secondo me è corretto. Lo spettatore non dovrebbe mai essere ingannato ma dovrebbe essere coinvolto, quindi l'atteggiamento più giusto – secondo me – è quello empatico, quello di cercare di ottenere l'attenzione e il coinvolgimento, attraverso la narrazione e l'aneddoto. Mai cercare una sorta di sfda che spinge, poi, a mettere il prestigiatore in una condizione di essere percepito come qualcuno che vuole burlarsi del pubblico. In realtà, In realtà quello che colpisce, nell'arte della prestigiazione, è il fatto che il prestigiatore viva una sorta di doppia realtà: una è quella che presenta e quella che percepisce il pubblico, l'altra è invece quella che conosce lui. Cioè, in pratica lo spettatore vede una cosa mentre il prestigiatore ne sta curando e pensando un'altra. In realtà l'esperienza insegna al prestigiatore a nel cercare di condirle, praticamente, deve diventare un narratore. Deve condire le proprie storie, crearle e a volte addirittura inventare i miracoli che presenterà al pubblico. In realtà un gioco di prestigio è un autentico atto teatrale condito di piccoli accorgimenti, piccole o grandi bugie che
l'illuminismo
teatro
1880 fino al 1930
Harry Houdini
David Copperfeld, Dynamo, Criss Angel
il gioco di prestigioè spesso e volentieri un atto teatrale
presentazione
quello che
deve fare il prestigiatore è divertire stupendo.
sviluppare una certa abilità nel
narrare storie,
trasformano un gioco di prestigio
in un autentico miracolo.